Nobel per la pace contro l’arma nucleare

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E’ proprio perché la minaccia nucleare non è mai stata così concreta che, quest’anno, il premio Nobel per la pace è stato conferito all’ICAN, la Campagna Internazionale per l’abolizione delle armi nucleari.

ICAN è un consorzio di almeno 468 Organizzazioni non governative impegnate in oltre cento Paesi a sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale sulle catastrofiche conseguenze umanitarie dell’uso delle armi nucleari. ICAN ha inoltre favorito l’adozione di un trattato dell’ONU che vieta le armi nucleari. Adottato nel luglio scorso e sottoscritto ad oggi da circa 120 Paesi, il Trattato potrebbe entrare in vigore dopo la ratifica da parte di almeno 50 Paesi.

Un premio quindi alla società civile e al suo impegno per la pace, assegnato in uno dei momenti in cui i conflitti e i focolai di tensione nel mondo sono in continuo aumento. E’ inoltre un premio che manda un chiaro segnale politico ai Paesi che possiedono armi nucleari e, in particolare agli Stati Uniti e alla Corea del Nord, oggi al centro delle preoccupazioni internazionali. Cresce infatti la tensione fra i due Paesi, su sfondo appunto di minaccia nucleare e di rilancio, da parte degli Stati Uniti, del proprio arsenale nucleare. Al riguardo, non rassicurano le dichiarazioni del Presidente Trump quando afferma che gli Stati Uniti “dovranno rafforzare ed espandere la propria capacità nucleare finché il mondo non tornerà alla ragione riguardo all’atomica”.

Non solo, ma ancora più inquietante in fatto di armi nucleari è la decisione che nei prossimi giorni il Presidente Trump prenderà sull’accordo con l’Iran. Trump, per oscure ragioni politiche, ha già da tempo fatto sapere che quell’accordo, non solo è il peggiore che gli americani abbiano mai negoziato e sottoscritto, ma non è rispettato dagli stessi iraniani. Una posizione carica di future incertezze nello scenario già fortemente segnato del Medio Oriente, dove la rimessa in discussione dell’accordo potrebbe dare il via ad una nuova corsa verso il nucleare non solo dell’Iran ma anche da parte di altri Paesi della regione. Si verificherebbero inoltre imprevedibili tensioni con le altre potenze che hanno sostenuto e voluto quell’ accordo, e cioè Russia, Cina e Unione Europea (quest’ultima attraverso Francia, Gran Bretagna e Germania), mettendo in pericolo quel fragile equilibrio mondiale che si è andato faticosamente disegnando dalla guerra fredda in poi.

Per tornare infine all’attribuzione del Premio Nobel, che attira giustamente l’attenzione sui gravi pericoli che sta correndo la pace mondiale, va ricordato che Russia e Stati Uniti, detengono circa il 93% delle armi nucleari mondiali. I loro rapporti in materia sono regolati dal Trattato New Start (New Strategic Arms Reduction Treaty) firmato nel 2010 e che prevede una riduzione del 30% dei rispettivi arsenali nucleari entro il 2018. Un Trattato che, evidentemente, corre in senso opposto alle recenti dichiarazioni del Presidente Trump. In Europa, solo Francia e Regno Unito posseggono armi nucleari mentre in Asia aumentano gli arsenali di Cina, India e Pakistan. La Corea del Nord è diventata potenza nucleare nel 2015 e si stima che possegga fino a venti testate nucleari.

Il premio Nobel è stato salutato dall’Unione Europea attraverso le parole di Federica Mogherini : “E’ bene vedere il Premio Nobel” per la pace 2017 all’ICAN perché “condividiamo un forte impegno a raggiungere l’obiettivo di un mondo libero dalle armi nucleari”.

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