Migliora l’avanzo commerciale agroalimentare dell’UE

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Il Quantitative Easing ha avuto molti effetti, uno dei quali è stato quello di tenere basso il valore dell’euro. Questa, forse, è una delle spiegazioni possibili per i dati che sono emersi negli ultimi giorni: boom delle esportazioni agroalimentari che, con un aumento di 1,7 miliardi nel 2016 rispetto al 2015, hanno raggiunto quota 130,7 miliardi. I due Paesi che più di tutti hanno assorbito questo incremento sono Stati Uniti e Cina. D’altro canto, le importazioni hanno subito un rallentamento, arrestandosi a 112 miliardi.

Ciò significa una posizione commerciale nel campo agroalimentare in attivo e in crescita di circa tre miliardi rispetto all’anno precedente. In particolare, questo settore, sul totale della bilancia commerciale, rappresenta il 6,6% delle importazioni e il 7,5% delle esportazioni di tutti i beni scambiati con l’estero. L’eccedenza complessiva della bilancia commerciale si assesta, invece, a 39,3 miliardi.

Utilizzando la lente d’ingrandimento, però, è possibile analizzare quali tipologie di beni siano risultate più competitive e quali meno. Infatti, se da un lato i prodotti non commestibili e le materie prime  hanno subito un calo nel valore delle esportazioni, dall’altro prodotti come carni suine, ortaggi, vino e olio d’oliva hanno segnato un’accelerazione di circa 5% nelle esportazioni.

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