Futuro dell’Unione: l’Unione Europea e la globalizzazione, una partita aperta

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Il 1 marzo 2017 la Commissione europea ha presentato il White Paper on the Future of Europe, un documento di riflessione sugli effetti della globalizzazione a cui è seguito il 10 maggio scorso la pubblicazione del Reflection Paper on Harnessing Globalisation. L’obiettivo è quello incoraggiare gli stati membri a pensare politiche atte ad aiutare l’UE ad affrontare la globalizzazione.

Alla sua presentazione il vice presidente della Commissione, Frans Timmermans, ha affermato che “la globalizzazione è buona per l’economia europea, ma questo significa riscrivere le regole internazionali che regolamentano il commercio, così da trasformare il mercato libero in mercato equo”.  La riflessione vuole attirare l’attenzione su cosa la globalizzazione ha regalato e cosa ha invece tolto all’Unione Europea. Infatti, se questa ha portato indubbiamente molti benefici, allo stesso modo ha anche contribuito alla nascita di nuove sfide.

Il commercio globale in Europa ha fatto crescere l’economia europea, permettendo così che per ogni miliardo di esportazioni si creassero 14.000 nuovi posti di lavoro. Inoltre, l’incremento delle importazioni di merci a basso costo ha permesso alle famiglie non aventi redditi elevati di beneficiare dell’accresciuto potere d’acquisto. A rendere difficoltosa la situazione, però, è il fatto che molti paesi europei non condividano gli stessi standard di paesi extra UE in alcune aree come quella dell’impiego, della protezione dell’ambiente o degli standard di sicurezza. Questa situazione comporta che molte industrie europee siano meno capaci di competere sul prezzo di mercato rispetto alle industrie che importano i beni da paesi non parte dell’UE.

Nonostante questo, secondo la Commissione, la soluzione non risiede nel protezionismo e nemmeno nel laissez-faire, bensì in una giusta regolarizzazione. L’UE deve riuscire a garantire una maggiore redistribuzione dei benefici, a opera di un lavoro congiunto tra stati membri e regioni, partner internazionali e gli stakeholder tutti. Le riflessioni sull’argomento vertono in particolare su due fronti, esterno ed interno. Il primo è incentrato sulla creazione di regole condivise e un’agenda comune, mentre il secondo si compone di suggestioni e strumenti per proteggere e aumentare il potere dei cittadini attraverso delle politiche sociali, educazione e supporto per la disoccupazione.

Martedì 16 maggio i deputati del Parlamento europeo hanno discusso la nota di riflessione preparata dalla Commissione Europea, evidenziando come la globalizzazione rappresenti la sfida più grande per i cittadini comunitari e accogliendo con favore il lavoro presentato dalla Commissione.  Secondo gli eurodeputati, la globalizzazione non solo è una delle principali cause della perdita di lavoro e della diminuzione dei salari, ma è anche uno dei maggiori fattori di crescita del populismo. Per questo motivo è stato chiesto che venga ideato un piano d’azione per evitare che il sistema di protezione sociale sia ridotto col passare del tempo, insieme ad una migliore redistribuzione dei benefici della globalizzazione ai cittadini. Altri deputati si sono aggiunti chiedendo un sistema fiscale equo, che non permetta quindi alle grandi compagnie di poter evitare il pagamento delle tasse dovute.

Il Parlamento sta lavorando affinchè la globalizzazione non solo non sia dannosa per i cittadini comunitari, ma, anzi, cominci a rappresentare una risorsa ricca di vantaggi.

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