La comunicazione della Commissione sulla migrazione

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In vista del prossimo Consiglio europeo di dicembre, la Commissione europea e l’Alto rappresentante hanno fatto il punto sull’attuazione dell’Agenda europea sulle migrazioni. Adottata nel maggio 2015, l’Agenda rappresenta una delle principali priorità politiche dell’attuale Commissione.

I dati mostrano un calo del 63% di persone che attraversano irregolarmente le frontiere europee. Questo risultato è, in parte, il frutto dei vari approcci politici con cui le Istituzioni europee stanno cercando di affrontare il fenomeno migratorio nel suo insieme, in particolare attraverso la cooperazione con i Paesi partner nella lotta alla migrazione irregolare, il miglioramento delle condizioni e della protezione dei migranti e la lotta contro i trafficanti di esseri umani. Ciononostante, l’immigrazione resta ancora uno dei problemi ritenuti più importanti dalle Istituzioni e dai cittadini europei, ed è per questo che l’UE intende mantenerlo fra le sue priorità. I risultati, considerati incoraggianti, hanno tuttavia spinto le autorità europee a richiedere ulteriori sforzi agli Stati membri per consolidare i progressi ottenuti finora.

Frans Timmermans, primo Vicepresidente della Commissione, ha dichiarato “Dal 2015 abbiamo compiuto progressi concreti grazie alla nostra collaborazione nel gestire meglio la migrazione in modo globale. Tuttavia, non siamo ancora arrivati alla meta e il problema è destinato a restare con noi per altro tempo”. Dal canto suo, Federica Mogherini ha sottolineato la collaborazione finanziaria con l’OIM e con l’UNHCR, nonché la collaborazione “con i nostri amici africani nell’affrontare le cause profonde della migrazione. Il nostro approccio si è sempre basato, e sempre si baserà, sulla cooperazione e sul partenariato.”

Gli impegni dell’UE fino ad oggi

Per affrontare le cause profonde dell’immigrazione, l’UE ha elaborato vari strumenti. Stanno per essere conclusi contratti da tre miliardi di Euro con la Turchia nel quadro dello”Strumento per i rifugiati”, destinati a dare immediata assistenza ad un milione di rifugiati siriani particolarmente vulnerabili.

Tramite il “Fondo fiduciario dell’UE per l’Africa” sono stati investiti 2 miliardi di Euro destinati a sostenere lo sviluppo economico degli stati Africani in crisi, a promuovere la qualità della vita, ad evitare che le persone sentano la necessità di dover abbandonare i loro luoghi di origine. Non solo, ma il Fondo sostiene anche l’operato dell’OIM e della Nigeria nelle missioni di ricerca e soccorso dei migranti abbandonati nel deserto dai trafficanti di esseri umani. Secondo le stime, nel 2017, sarebbero stati salvati circa 1.100 migranti e arrestati un centinaio di presunti trafficanti e scafisti.

 Infine, si è posta molta attenzione alla protezione dei migranti in Libia che vivono spesso in condizioni disastrose. Attraverso la collaborazione con UNICEF, OIM e UNHCR, è stato prestato aiuto a più di 4000 persone e quasi 2000 famiglie. Inoltre, più di 15.00 migranti, di cui più di 10.000 provenienti dalla Libia, hanno beneficiato di interventi di rimpatrio volontario assistito.

Sostegno dell’UE ai rifugiati e ai paesi di accoglienza

Continuano i reinsediamenti nell’ambito della dichiarazione UE-Turchia del marzo2015, che dall’inizio del programma ammontano a più di 25 400. Il nuovo programma varato dalla Commissione nel settembre 2017 prevede il reinsediamento, entro il 2019 di almeno 50 000 rifugiati. Sono già stati pervenuti 34 400 impegni da parte di 16 Paesi membri. Nel contempo, si stanno concludendo positivamente i programmi di reinsediamento iniziati nel 2015, con oltre 31 500 persone che sono già state ricollocate. (..) Repubblica ceca, Ungheria e Polonia sono gli unici Stati a non aver adempito ai loro obblighi, e per questo la Commissioni sta varando delle sanzioni nei loro confronti.

Punti deboli su cui bisogna ancora lavorare

 Affinchè il Fondo fiduciario europeo per l’Africa possa continuare a svolgere il proprio compito, è necessario che i Paesi membri incrementino i finanziamenti. Il secondo punto su cui c’è ancora molto lavoro da fare sono i processi di reinsediamento e rimpatrio, i cui risultati sono ritenuti insoddisfacenti da parte delle autorità europee. (…)

Nonostante il lavoro da fare sia ancora molto lungo, con queste dichiarazioni le autorità europee hanno mostrato l’intenzione di affrontare il problema sotto i suoi diversi punti di vista, attraverso la collaborazioni con organizzazioni come l’UNHCR, gli accordi internazionali, gli interventi dentro e fuori le proprie frontiere ed il lavoro dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera.

I progressi avvenuti in ambito dell’Agenda europea sull’immigrazioni sono stati resi noti dalla commissione e consultabili integralmente al seguente link :

http://europa.eu/rapid/press-release_IP-17-4484_it.htm

APICE conferma tuttavia la sua preoccupazione per il rispettto dei diritti fondamentali dell’uomo nei confronti dei rifugiati e dei richiedenti asilo, per quanto riguarda gli accordi con la Turchia, la collaborazione con la Libia e con i Paesi Africani.

 

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