La Commissione in attività per il bilancio oltre il 2020

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Nonostante il bilancio attualmente in fase di implementazione sia quello predisposto per il periodo 2013-2020, la Commissione Europea si è messa al lavoro per preparare la discussione riguardo al bilancio previsto per i sette anni successivi al 2020.

Avviare i lavori con notevole anticipo è stato fortemente auspicato per evitare i ritardi nell’avvio dei programmi che si sono registrati nel 2013, al fine di garantire certezza giuridica e finanziaria a tutte le parti interessate.

I leader degli Stati membri si sono già accordati il 16 settembre 2016 a Bratislava e il 25 marzo 2017 nella dichiarazione di Roma su talune priorità comuni: la Commissione invita dunque a rispettare gli impegni presi e a trasformarli in azioni dotate di risorse economiche sufficienti alla loro attuazione. Per esempio, il rafforzamento della protezione delle frontiere esterne dell’UE, argomento sul quale pare esserci un comune accordo, costerebbe dai 20 ai 25 miliardi di euro nell’arco di sette anni, e fino a 150 miliardi di euro nel caso si optasse per la creazione di un sistema completo di gestione delle frontiere comunitarie.

Pe far sì che ogni priorità politica si traduca effettivamente in un risultato tangibile, Bruxelles si propone di fornire i dati necessari e di illustrare l’impatto economico delle diverse alternative possibili allo scopo di offrire una base concreta sulla base della quale i diversi Paesi possano scegliere consapevolmente. Inoltre, la Commissione propone di intensificare il legame, spesso denominato condizionalità, fra i finanziamenti concessi dall’UE e il rispetto dei suoi valori fondamentali.

Sottolineando la delicatezza di questa discussione, Juncker ha dichiarato: «I bilanci non sono semplici esercizi di contabilità: riflettono le nostre priorità e la nostra ambizione. Traducono il nostro futuro in cifre. Quindi innanzitutto parliamo dell’Europa che vogliamo. Poi gli Stati membri devono sostenere le loro ambizioni con le risorse finanziarie adeguate. E se da un lato noi tutti dobbiamo renderci conto che per questa prossima discussione lo status quo non è la soluzione, dall’altro sono fermamente convinto che possiamo trovare la quadratura del cerchio e raggiungere un accordo su un bilancio in cui tutti siano beneficiari netti».

L’invito della Commissione ai singoli Paesi si tradurrà in una proposta formale sul bilancio dell’Unione a lungo termine non oltre l’inizio di maggio e, intanto, continueranno i dialoghi con tutte le parti interessate, compresi i cittadini attraverso apposite consultazioni pubbliche.

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