La Commissione europea difende lo Stato di diritto in Polonia

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La Commissione europea ha deciso ieri, per la prima volta nella storia delle Istituzioni europee, di attivare l’articolo 7 del Trattato dell’Unione europea nei confronti della Polonia, motivando tale decisione con “il rischio reale di una grave violazione dello Stato di diritto”.

Il Governo polacco infatti non ha dato seguito ai continui richiami della Commissione formulati in questi ultimi due anni, richiami che vertevano in particolare sulle leggi adottate recentemente dal Governo polacco in materia di riforma del sistema giudiziario. Si tratta, in particolare, delle leggi relative  alla riforma del Consiglio nazionale della magistratura, incaricato della nomina e della deontologia dei giudici, nonché della Corte suprema.

La Commissione europea ha spesso richiamato la Polonia sulla necessità di adottare tali leggi nel pieno rispetto della Costituzione polacca e del diritto europeo e di garantire la totale indipendenza della giustizia dal controllo politico e di rispettare la separazione dei poteri dello Stato.

L’attivazione dell’articolo 7 del Trattato segna quindi un momento di grave preoccupazione da parte dell’Unione Europea e rappresenta la prima fase, politica, di una complessa procedura che potrebbe portare a termine, a sanzioni e alla sospensione, improbabile, del diritto di voto per la Polonia.

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