In tre sulla stessa barca

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L’immagine è suggestiva e obbliga alla metafora: quella di una grande nave da guerra nei dintorni della piccola isola di Ventotene, con a bordo i governanti dei tre principali Paesi membri dell’Unione Europea.

C’è, in quella immagine, l’Europa che galleggia assediata, l’UE una piccola isola in un mondo grande e turbolento e tre naviganti che esitano a prendere il timone e a trovare un’intesa per la rotta da seguire.

Sulla portaerei Garibaldi si ritrova il nuovo possibile “direttorio” di quello che resta di un’UE senza (forse) la Gran Bretagna e senza la voglia di navigare in mare aperto di molti dei 27 Paesi. Tanti gli scogli da evitare e le secche da cui disincagliarsi: dalla crisi economica e sociale al dramma dei flussi migratori fino alle tragedie del terrorismo.

L’isola di Ventotene è lontana nella memoria della lotta antifascista che ispirò a Spinelli e Rossi il progetto di un’Europa federale ed è oggi uno scoglio perduto nel mare della globalizzazione dove l’UE rappresenta ormai poca cosa, niente se continua a procedere divisa.

A bordo della stessa barca i governanti di tre Paesi “fratelli”, tra loro ancora troppo “coltelli”: Angela Merkel, leader forte della Germania e, in mancanza di meglio, candidata leader della futura UE; Francois Hollande, presidente francese al tramonto di un Paese in declino e ferito dal terrorismo; Matteo Renzi, giovane governante di una Repubblica incerta sulla sua futura Costituzione e impigliata in una crisi economica da cui stenta ad uscire.

Se non fosse per la presenza della Cancelliera, la tentazione sarebbe forte di pensare al capolavoro di Jerome K. Jerome, a quei “Tre uomini in barca” impegnati a risalire il Tamigi, impresa che oggi, dopo Brexit, non si annuncia così divertente come allora…

 

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