Il Parlamento europeo discute di diritti umani in Congo, Nigeria e Cina

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Durante la sessione plenaria del Parlamento europeo (15-18 gennaio 2018) a Strasburgo, i deputati hanno discusso sui casi di violazione dei diritti umani, della democrazia e dello stato di diritto in Congo, Nigeria e Cina.

Il Parlamento europeo si rammarica che la Repubblica democratica del Congo (RDC) non abbia ancora deciso la data delle elezioni (che erano previste già entro la fine del 2017) e invita il suo presidente, Joseph Kabila, e il suo governo, a garantire lo svolgimento regolare delle elezioni presidenziali e legislative entro la fine del 2018. I possibili aiuti previsti dall’Unione europea saranno erogati sotto condizione che le elezioni siano svolte correttamente e senza ritardi ulteriori e comprendendo la pubblicazione di un bilancio elettorale realistico. La situazione di repressione e corruzione nel paese desta preoccupazioni e necessita azioni efficaci per ristabilire la democrazia e i diritti per i cittadini.

Il Parlamento europeo esprime profonda preoccupazione per la situazione della sicurezza in Nigeria e invita  il presidente nigeriano  a reagire alla crescente violenza interetnica e religiosa che persiste tra pastori, agricoltori, cristiani e musulmani. La proliferazione del gruppo terroristico radicale di BokoHaram è allarmante e bisogna fornire un aiuto psicologico e un’alternativa alla popolazione coinvolta. Inoltre l’abolizione della pena di morte costituirebbe un passo avanti nel percorso di democratizzazione del paese.

Per quanto riguarda la Cina, il Parlamento europeo si schiera contro la repressione e la violenza che subiscono i gruppi minoritari nel paese (i tibetani, i giornalisti indipendenti, gli operatori per i diritti umani, gli avvocati…). Si condannano le torture usate durante gli interrogatori e si reclama la necessità di costituire liberi e giusti tribunali.

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