Gli impegni per combattere la diffusione dell’illecito incitamento all’odio online in Europa

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Il 31 maggio scorso la Commissione europea ha presentato, insieme alle più note aziende informatiche, un codice di condotta con una lista di impegni per combattere la diffusione dell’illecito incitamento all’odio online in Europa.

Una sfida importante in quest’era digitale colta al balzo da aziende come Facebook, Twitter, YouTube e Microsoft che condividono la missione di promuovere e difendere la libertà fondamentale di espressione nel mondo virtuale, consapevoli delle responsabilità e delle insidie che ciò comporta. Il grave fenomeno della diffusione dell’illecito incitamento all’odio online comporta conseguenze sociali devastanti sia on line che off line e per arginarlo devono esistere leggi nazionali nel quadro della lotta contro il razzismo e la xenofobia, affiancate da un valido sistema di sanzioni che provveda a seguito delle segnalazioni pervenute.

Sia il vicepresidente della Microsoft che la commissaria per la Giustizia, commentano il codice sottolineando l’urgenza di porre rimedio a questo fenomeno, riportando ai recenti attacchi terroristici e all’uso dei social media come strumenti “per radicalizzare giovani adepti e dai razzisti per diffondere l’odio e la violenza”. La responsabile europea della politica pubblica di Twitter a sostegno del codice difende “l’incredibile capacità di tali piattaforme di dare voce alle idee positive, di combattere i pregiudizi e di lottare contro le cause profonde dell’intolleranza”. Alcuni dei punti fondamentali sanciti dal codice sottoscritto dalle aziende sono stati ripresi dalla direttrice per la politica pubblica e le relazioni di Google che promuove il potenziale della propria azienda nel disporre di “sistemi efficienti per esaminare le richieste giustificate e rimuovere i contenuti illegali entro 24 ore” e dal referente strategico di Facebook, che dichiara “non c’è posto per i discorsi di incitamento all’odio. Esortiamo gli utenti a utilizzare gli appositi meccanismi di segnalazione quando si imbattono in contenuti che ritengono non conformi alle nostre norme, in modo che si possa indagare”.

Dunque la firma del codice non sancisce solo misure preventive, formazione del personale interno, possibilità di controllare e cancellare rapidamente contenuti che incitano all’odio, ma anche il rafforzamento del partenariato con la società civile, sensibilizzazione, trasparenza e sostegno a programmi educativi che incoraggino il pensiero critico.

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