COP23 e UE

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L’UE si aspetta che la COP23 di quest’anno, a Bonn, riaffermi l’impegno della comunità internazionale nell’attuazione di misure concrete per contrastare il cambiamento climatico e per raggiungere gli standard stabiliti con gli accordi di Parigi, cui si devono adottare tutti gli Stati che hanno firmato e ratificato tale trattato del 2015.

La grande importanza del trattato di Parigi, risalta anche dal discorso del Presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker sullo stato dell’Unione, pronunciato nel mese di settembre 2017 e dalle breve dichiarazioni, rilasciate dal Commissario europeo per l’Energia, Miguel Arias Cañete. Per entrambi, l’U.E. deve diventare un leader nella lotta contro i grandi cambiamenti climatici che stanno colpendo l’ambiente del nostro Pianeta. Per il Coommissario Arias Cañete, “gli accordi di Parigi hanno fissato la direzione per una transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, meno inquinante e più rispettosa dell’ambiente che ci circonda”.  Fondamentale sarà un maggior utilizzo delle energie rinnovabili, previsto proprio dai principi – base fissati a Parigi.

Dalla COP 23 di Bonn, le autorità di Bruxelles si aspettano che si possa effettivamente dimostrare un chiaro progresso nello sviluppo delle nuove tecnologie e delle linee – guida, adottati dai singoli Paesi sul piano pratico. Per esempio, esigono maggior trasparenza nell’implementazione e nella miglior definizione di questi accordi e si augurano che, in un arco temporale di cinque anni, altri Paesi possano apportare il loro significativo contributo dal punto di vista della riduzione delle emissioni di gas serra. L’U.E arriverà ad una riduzione delle quote totali di gas serra del 40% nel 2030. Inoltre, l’Unione europea ha ribadito il proprio impegno finanziario nei confronti dei Paesi in via di sviluppo per la lotta al cambiamento climatico :  l’U.E. infatti intende investrire circa 100 miliardi di dollari all’anno, provenienti da varie fonti, tra il 2020 e il 2025 a questo scopo. Già nel 2016, l’UE e gli Stati membri hanno contribuito con 20.2 miliardi, destinati alle questioni climatiche. L’U.E. continua ad essere sempre costantemente informata su questo tema, anche attraverso la sua partecipazione all’Agenda di Azione del Cambiamento Climatico, un’importante piattaforma di discussione per diversi amministratori, provenienti da diversi livelli (da quello sovranazionale, a quello statale, a quello locale).

In coerenza con l’impegno politico,  la Commissione Europea ha adottato, l’8 novembre scorso,  proposte sulla “Mobilità” e sul “Cambiamento climatico”,  con l’obiettivo di ridurre del 40% le emissioni di CO2 per il 2030 . Si tratta, anzitutto, di rinforzare la leadership dell’U.E. su scala globale circa l’uso di veicoli puliti e poco inquinanti. Ciò significa che l’industria automobilistica europea subirà profonde trasformazioni. L’obiettivo, infatti, è quello di accelerare la transizione verso veicoli meno inquinanti: per il 2030, tutte le macchine e tutti i furgoni, prodotti nell’U.E., dovranno produrre il 30% in meno di CO2, rispetto a quanto ne produrranno nel 2021. Il pacchetto “Mobilità” stimola maggiormente l’uso delle nuove tecnologie e di nuovi modelli di mercato, e un più efficiente uso dei mezzi di trasporto.

Per approfondire:

https://ec.europa.eu/clima/news/eu-expects-solid-progress-paris-agreement-implementation-un-climate-conference-bonn_it

http://europa.eu/rapid/press-release_IP-17-4242_it.htm

 

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