Cambio alla guida del Parlamento europeo

Tajani è il nuovo presidente. Succedeva ogni due anni e mezzo, questa volta il turno di presidenza al Parlamento europeo si conclude dopo cinque anni...

Libia sempre più divisa e instabile

La riapertura, in questi giorni, dell’Ambasciata italiana a Tripoli, offre l’occasione di riportare sotto i riflettori la complicata situazione in Libia, Paese scosso, da...

Unione Europea tra Brexit e Trump

Sarà un anno ricco di sorprese per l’UE quello appena cominciato. Non ci saranno solo quelle, non troppo allegre, delle consultazioni elettorali in Olanda, Francia e Germania.

La Turchia nell’occhio del ciclone

Mai come nello scorso anno la Turchia è stata così fortemente colpita da  gravi turbolenze politiche interne e da atti terroristici a catena, gli ultimi dei quali hanno insanguinato la notte di Capodanno in una discoteca di Istanbul e il tribunale di Izmir.  Il numero delle vittime è impressionante: secondo alcune stime, negli ultimi due anni, sarebbero  circa 560 le persone uccise in circa quaranta attentati.

Integrazione

Da: La Lettura - Corriere della Sera (31 dicembre 2016) di Adriano Favole Un paio di anni fa, nel novembre del 2014, Monsignor Luigi Bressan, appena...

Ancora un anno di attesa per l’UE nel 2017?

Per chi fosse superstizioso almeno una cosa è rassicurante: il 2017 non è un anno bisestile, come quello appena terminato. Potrebbe valere anche per l’Europa, ma è l’unica fragile rassicurazione che si può dare per l’anno che viene. Tutto il resto appartiene al registro dei miracoli, che possono però capitare quando meno te li aspetti. Speriamo.

L’anno che verrà e le tante sfide per la pace

Non è cosa semplice fare previsioni per l’anno che verrà, vista la turbolenta situazione internazionale, in particolare alle frontiere dell’Europa, insanguinate ancora a Capodanno dall’attentato di Istanbul.

2016: ancora tempi duri per l’Unione Europea

Tutto si potrà dire di questo 2016 meno che sia stato per l’Unione Europea un anno sereno e ricco di speranze. E non consola che qualcosa di simile si debba dire del resto del mondo o, peggio, della vicina regione mediorientale.

E nemmeno il 2016 ha portato la pace.

Anche il 2016 è agli sgoccioli e, purtroppo, termina nel sangue: l’attentato terroristico di Berlino che ha fatto 12 morti e una cinquantina di feriti e l’assassinio dell’ambasciatore russo ad Ankara. Due avvenimenti che si inseriscono nella cupa attualità dei nostri tempi da un po’ di anni a questa parte, un’attualità già conosciuta e vissuta, ripetuta nel 2016 e fatta di guerre, di terrorismo, di instabilità, di migrazioni dolorose, di fallimenti diplomatici, di nuove e pericolose ideologie politiche e religiose.

Lettera per Aleppo e il popolo siriano

Su iniziativa dell’Associazione  “Orizzonti di pace” si è svolta a Cuneo, il 17 dicembre scorso, una manifestazione di solidarietà per le donne, gli uomini...

Consiglio europeo di fine anno o di fine Unione?

Passano i mesi, passano gli anni e di questo passo la fine della più straordinaria avventura politica del secolo scorso, quella del “miracolo” del processo di integrazione europea avviato all’inizio degli anni ’50, rischia il tramonto.

Si può ancora immaginare una pace fra Israele e Palestina?

Nelle infinite tragedie che scuotono il Medio Oriente, passa purtroppo quasi sotto silenzio l’allarmante attualità dei rapporti fra Israele e Palestina, attualità che sembra compromettere definitivamente qualsiasi prospettiva non solo di pace, ma anche per la costituzione di due Stati chiamati a convivere rispettosamente su una terra condivisa.

L’Italia che arranca in Europa

Non passa giorno che fonti istituzionali e non inchiodino l’Italia in classifiche dove raramente il nostro Paese occupa le prime posizioni, più spesso lo si vede galleggiare in coda al fondo dei confronti europei, quando non di quelli mondiali. Per quello che queste classifiche possono valere non è tuttavia inutile coglierne i messaggi, anche perché se non altro traducono la percezione che in Europa e nel mondo si ha dell’Italia.

Non si ferma il massacro ad Aleppo

Mentre continuavano ad infuriare ormai da giorni i bombardamenti su Aleppo est, lunedì 5 dicembre Russia e Cina, membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU, hanno bloccato, con il loro diritto di veto, una risoluzione che prevedeva una tregua di sette giorni. Un no chiaro e tondo ad una sospensione dei bombardamenti e alla garanzia di tutte le parti di un’immediata cessazione delle ostilità su quella parte orientale della città, occupata quattro anni fa dai ribelli e ormai quasi riconquistata dalle forze del regime di Bachar al Assad, sostenute dalla Russia e dall’Iran.

Italia, un nuovo problema per l’Europa

Tempi grami per l’Europa che, stremata da una pesante crisi economica e sociale, vede accumularsi i problemi politici di suoi importanti Paesi membri, consapevole...

Il dialogo fra le sponde del Mediterraneo e la speranza tunisina

Con l’apertura a Roma del secondo Forum internazionale sul dialogo mediterraneo, si riaccendono per alcuni giorni i riflettori sulle speranze e sui tentativi umani, culturali, religiosi, sociali ed economici di riportare pace e stabilità in una regione attraversata da molteplici crisi e guerre.

Il referendum italiano e il futuro dell’Unione Europea

Molto sono state amplificate voci estranee all’arena politica italiana pesantemente intervenute prendendo posizione, o addirittura cercando di dettarla, in merito al referendum del 4...

I rischi del protezionismo per l’UE

Un nuovo fantasma s’aggira in Europa e non solo. Dopo aver importato dal mondo anglosassone la crisi finanziaria nel 2008, adesso ci aspetta un...

Tre Paesi fondatori dell’UE alle urne

Le botte sono state forti e hanno rischiato, con una rapida successione di colpi uno-due, di mandare al tappeto l’Unione Europea: prima con la secessione annunciata della Gran Bretagna e, poco dopo, con la successione di Trump a Obama, precipitando l’UE nell’incertezza e privandola di un Presidente USA amico.

Appello degli intellettuali per salvare l’Europa: “È tempo di mobilitarsi per fermare i populisti”

Di seguito pubblichiamo l'appello pubblicato da "La Repubblica" promosso da alcuni tra i nomi rappresentanti gli intellettuali contemporanei per prevenire la crescita del populismo. I PROMOTORI DELL'APPELLO: GUILLAUME KLOSSA, SANDRO GOZI, DANIEL COHN-BENDIT, FELIPE GONZALEZ, ROBERT MENASSE, ROBERTO SAVIANO, DAVID VAN REYBROUCK, GUY VERHOFSTADT, WIM WENDERS

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