Caso Regeni: il Parlamento europeo chiede più cooperazione alle autorità egiziane

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Il Parlamento europeo ha chiesto alle autorità egiziane maggiore chiarezza e collaborazione per le indagini di Giulio Regeni, sparito il 25 gennaio 2016 e trovato morto con segni di tortura il 3 febbraio a Giza (nella periferia del Cairo). Questa decisione è stata avvalorata dall’approvazione giovedì 10 marzo di una risoluzione che ha chiesto di fornire agli inquirenti italiani tutte le informazioni utili allo svolgimento delle indagini.

La proposta di risoluzione comune è stata approvata con 588 voti favorevoli, 10 contrari e 59 astensioni nell’ambito delle emergenze su casi di violazione dei diritti umani. È stato inoltre invitato il Capo della politica estera UE Federica Mogherini a intrattenere regolari scambi con i difensori dei diritti umani e a garantire il sostegno ai detenuti e ad altri soggetti a rischio.
In questa occasione i deputati hanno sottolineato come l’uccisione del ricercatore italiano non sia un caso isolato, ma come negli ultimi anni nel Paese siano avvenute ripetute sparizioni forzate. Il SEAE (Servizio Europeo per l’Azione Esterna) e gli Stati membri sono stati invitati a sollevare con la questione delle sparizioni forzate e dell’abituale ricorso alla tortura con il governo egiziano. Inoltre è stata espressa la volontà di richiedere la definizione di una tabella di marcia sulle misure da intraprendere per migliorare la situazione dei diritti umani nel Paese.
Inoltre, i deputati europei hanno chiesto ai Paesi UE di sospendere la vendita di apparecchiature di sorveglianza alla Tunisia nel caso in cui venga dimostrato che queste siano utilizzate per violare i diritti umani.

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