Burkini: il tormentone dell’estate

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Con tutti i drammi che vive il mondo, e vicino a noi il Medioriente, ci voleva proprio una gran dose di buontempo o di sfrontatezza a voler portare al centro del confronto politico in Francia la questione del burkini per le donne musulmane al mare, sulla vicina Costa Azzurra.

Dopo aver tanto chiaccherato, in anni ormai lontani, sulla presunta provocazione del bikini, adesso tutti a discutere se il burkini non sia un’altra forma di provocazione, non perché esibisce il corpo femminile, ma perché metterebbe a rischio i “valori repubblicani” della laica Francia.

Devono essere valori diventati ben fragili se la libertà di ognuno di vestirsi come ritiene, nel rispetto di regole dettate da esigenze di ordine pubblico, e se donne troppo vestite fanno tremare le fondamenta della “République”.

Se un problema serio davvero c’è, meglio cercarlo nella condizione discriminata della donna, e non solo di quella musulmana, e mettere questo tormentone estivo nel conto della campagna elettorale che un governo socialista ormai allo stremo è tentato di condurre rincorrendo le amministrazioni locali nella regione feudo del “Front national” di Marie Le Pen.

Una trappola in cui si è infilato il Primo ministro francese, Manuel Valls, e che sta saggiamente cercando di evitare il nostro Governo nel quale, almeno stavolta, perfino Angelino Alfano fa figura di statista.

 

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