Ambiente senza Frontiere: Allarme ONU per gli oceani

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Dopo l’accordo di Parigi del dicembre 2015 (Cop 21) sui cambiamenti climatici, i responsabili politici della Terra si danno appuntamento ogni anno per definire le misure e gli impegni concreti che ogni Paese dovrà adottare per raggiungere gli obiettivi sottoscritti. Si sono riuniti a Marrakech (Cop 22) nel novembre 2016 e si riuniranno ancora a Bonn (Cop 23) nel prossimo novembre 2017.

Questa rubrica ha come obiettivo di mettere in evidenza i problemi più significativi creati dal surriscaldamento globale. Un primo problema, analizzato lo scorso anno dalla Banca Mondiale in occasione della Cop 22, riguarda l’impatto economico delle catastrofi naturali sulle popolazioni più povere del pianeta.

 

Allarme ONU per gli oceani

Si è tenuta a New York, tra il 5 e il 9 giugno, la prima Conferenza ONU dedicata alla salute degli Oceani. Organizzata su iniziativa delle Isole Fidji e della Svezia, la Conferenza aveva un duplice obiettivo: lanciare un serio campanello d’allarme sulla salute degli oceani e sostenere, attraverso azioni concrete, la realizzazione dell’obiettivo n. 14 dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile (La vita sott’acqua).

La salute degli oceani è a rischio come mai prima, minacciata soprattutto dalla plastica, dalla pesca non sostenibile e dai cambiamenti climatici. Il Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha infatti illustrato a tinte molto fosche la situazione: ad oggi, la quantità di plastica presente negli oceani è stimata a 150 milioni di tonnellate; l’innalzamento del livello del mare è una seria minaccia per interi Paesi; gli oceani si surriscaldano e si acidificano, provocando lo sbiancamento dei coralli e la perdita di biodiversità; le zone sottomarine in perdita di ossigeno si estendono, provocando vere e proprie zone “morte” e l’estinzione di molte specie marine.

Di fronte ad una tale situazione, l’ONU chiama tutti gli Stati a prendere coscienza della responsabilità dell’uomo in materia e dell’importanza e dell’urgenza di proteggere mari ed oceani per garantire un futuro all’umanità.

Le prime misure concrete suggerite vanno dall’espansione delle zone marine protette ad una gestione sostenibile della pesca, dalla riduzione dell’inquinamento alla pulizia dei rifiuti di plastica che, oltre a soffocare i mari, vengono ingeriti da pesci e zooplancton, diventando alla fine una fonte di prodotti chimici nella nostra alimentazione.

La Conferenza, svoltasi anche in occasione della giornata mondiale degli oceani che, dal 1992, si celebra ogni anno l’8 giugno, si è conclusa con un primo annuncio concreto da parte del Gabon, impegnato a creare la maggiore area marina protetta dell’Africa e a lanciare una rete di nove nuovi parchi e undici riserve marine.

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