Passi avanti verso l’Unione bancaria

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Eurogruppo ed Ecofin hanno finalmente trovato, nella tarda serata di mercoledì 18 dicembre, un accordo sull’ Unione bancaria: la lunga trattativa, che durava ormai dal settembre del 2010, ha portato al risultato di un compromesso tra il sud e il nord della zona euro, segnando un importante passo avanti nell’integrazione europea. Con l’armonizzazione dei bilanci e dei fondi di solidarietà europei infatti,  l’Unione bancaria concretizza l’unione monetaria, scongiurando quegli effetti di contagio che hanno fatto sì che alcune banche mal gestite  (Atene, Dublino, Madrid o Cipro) abbiano trascinato i rispettivi Stati sull’orlo del fallimento, mettendo in pericolo la sopravvivenza stessa della zona euro.

Il meccanismo proposto si basa essenzialmente su due pilastri principali. Il primo riguarda un ente di vigilanza unico che sorveglierà sugli istituti bancari, sottraendo la supervisione delle banche ai regolatori nazionali. La Banca Centrale Europea (BCE) assumerà questo ruolo nel novembre del 2014, dotandosi di un’area di supervisione bancaria completamente separata dall’area dedicata alle politiche monetarie. Danièle Nouy, l’ex segretaria dell’autorità francese ACPR (Autorité de Contrôle Prudentiel et de Résolution) è la candidata della BCE che a ricevuto, il 10 dicembre, il consenso del Parlamento europeo a ricoprire il ruolo di Presidente della vigilanza unica, con un mandato di 5 anni a partire dal 1 gennaio 2014.

Il secondo pilastro introduce il Meccanismo Unico di Risoluzione. Il Fondo unico di risoluzione, dotato delle risorse per salvare le banche, diverrà europeo entro il 2024; fino ad allora ogni Paese dovrà occuparsi di finanziare il proprio fondo. L’Italia ha ottenuto che nell’accordo fosse inserita la clausola del backstop: in condizioni di emergenza e di insufficienza di fondi, le banche potranno ricevere prestiti-ponte da parte di EFSF ed ESM, i cosiddetti fondi salva-Stati.

Ora spetta al Parlamento Europeo, che potrà emendare il testo e approvarlo in prima lettura, entro maggio del 2014. Punti  imprescindibili per il PE sono la salvaguardia dei depositi fino a 100.000 euro e il rapido rimborso di questi fondi ai correntisti, che dovranno essere rimborsati in 15 giorni lavorativi entro il 1 gennaio 2019, in 10 giorni entro il gennaio 2021 e in 7 giorni dal primo gennaio 2024. L’obiettivo è quello di disincentivare il bank-run (corsa al prelievo dei contanti) in caso di crisi bancaria, evitando che i risparmi vengano bloccati per mesi.

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