Le risposte dell’UE ai conflitti e alle crisi del 2012

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Lo Strumento europeo di stabilità (IFS) è uno principali  meccanismi di assistenza esterna di cui dispone l’Unione europea. La relazione annuale sulle attività svolte, adottata nei giorni scorsi dalla Commissione europea, illustra in quale  misura nel 2012 la mobilitazione di 286 milioni di fondi IFS abbia contribuito al lavoro dell’UE per aiutare a prevenire i conflitti e reagire alle crisi, ai problemi di sicurezza e ad altre minacce a livello mondiale.

L’UE è ricorsa all’IFS, nell’ambito delle sue azioni  in oltre 50 Paesi, per reagire tempestivamente a una serie di eventi che si presentano in tutto il mondo (ad esempio in risposta alla crisi in atto in Siria, attuando un nutrito programma di sostegno regionale per aiutare i le popolazioni colpite, in Asia per fornire assistenza e dare vita a un Centro per la pace in Birmania/Myanmar, nell’Africa del Nord e in particolare in Libia, in Niger, in Mali e in altri paesi per affrontare alcune delle  sfide in termini di sicurezza nonché altri problemi che affliggono le regioni del Sahara e del Sahel).

L’IFS persegue inoltre una strategia di sviluppo delle capacità che ha consentito all’UE di disporre di partenariati più solidi con i principali soggetti nel campo del consolidamento della pace in varie organizzazioni internazionali e regionali nonché in seno alla società civile. Tali iniziative di sviluppo delle capacità si sono concentrate sui sistemi di allarme rapido, di prevenzione dei conflitti, di preparazione alle crisi e di costruzione della pace.

Tra i nuovi settori di intervento dell’IFS nel 2012 nell’ambito delle iniziative volte a contrastare le minacce globali e transregionali alla pace e alla sicurezza vi sono la criminalità/sicurezza informatica e il mercato illegale di medicinali contraffatti (con elaborazioni di programmi volti a sostenere lo sviluppo di capacità di prevenzione e lotta contro il terrorismo nelle regioni prioritarie). Particolare e costante attenzione è stata dedicata al rafforzamento delle capacità in materia di applicazione della legge, dell’efficacia delle autorità giudiziarie e civili impegnate nel controllo dei traffici e transiti illeciti nonché delle infrastrutture di protezione dei siti sensibili e delle rotte marittime. Appositi programmi dedicati alle sostanze chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari (CBRN) hanno contribuito a mitigare i rischi connessi a situazioni di origine accidentale, naturale o intenzionale connesse a tali sostanze, con l’obiettivo di migliorare la cultura della sicurezza e diffondere le migliori pratiche, aumentando il livello generale di sensibilizzazione in materia.

Clicca qui per consultare la relazione

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