La Croazia è ufficialmente il ventottesimo Paese dell`Unione Europea. Il 1 luglio diventa quindi una data storica per il processo di integrazione europeo: dal 2007, dopo Bulgaria e Romania, nessun nuovo Stato era più entrato a far parte dell`UE. Dopo la Slovenia (Paese membro dal 2004) la Croazia è la seconda delle sei Repubbliche che componevano la ex Jugoslavia socialista ad aderire al blocco degli Stati membri.
“È davvero un momento storico per la Croazia e per tutta la regione: dopo anni di guerra anche i vostri vicini stanno prendendo decisioni coraggiose. Questo ci ricorda lo scopo dell’Europa: vivere insieme in pace e prosperità”, ha dichiarato Van Rompuy congratulandosi con il premier croato. Dopo aver proclamato l’indipendenza nel 1991, infatti, si scatenò nel Paese la guerra contro la Serbia, conclusasi nel 1995 con un bilancio di 22 mila morti e centinaia di migliaia di profughi.
La Croazia sta attraversando una profonda crisi economica, aggravata da un alto tasso di disoccupazione, ma ciò non ha impedito di completare il processo di integrazione europea; permane però molta indifferenza e malcontento nell`opinione pubblica (alle prime elezioni per eleggere i parlamentari europei, l’affluenza è stata bassissima).
Ma per il Paese, l`ingresso nell`Unione potrebbe portare notevoli benefici, soprattutto nel settore del turismo, in continua crescita e principale fonte di ricchezza del Paese.
Con l`ingresso della Croazia nell`Unione, le lingue ufficiali diventano 24, la superficie dell’UE raggiunge i 56,594 kmq, i 4,4 milioni di abitanti croati portano il numero degli europei a 506,8 milioni, mentre il prodotto interno lordo europeo arriva a quota 12.945 miliardi di euro.
Aumenta anche il numero di deputati al PE: con l’arrivo dei 12 eurodeputati croati, fino alle elezioni del 2014, saranno infatti 766.
Il prossimo passo sarà l`adozione della moneta unica, che richiederà ancora un percorso di un paio d’anni.
