Sorveglianza di massa: «I diritti fondamentali dei cittadini UE sono in pericolo»

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Con 342 voti favorevoli, 274 contrari e 29 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione volta a evidenziare come, in seguito alle rivelazioni sulla sorveglianza elettronica di massa, non sia stato ancora fatto abbastanza per la salvaguardia dei diritti fondamentali dei cittadini.

La risoluzione fa luce sulle azioni che la Commissione europea, le altre istituzioni comunitarie e gli Stati membri hanno intrapreso sulla base delle raccomandazioni del Parlamento contenute nella risoluzione del 12 marzo 2014. In generale, i Deputati ritengono, in considerazione dell’entità delle rivelazioni sulla sorveglianza di massa, «altamente inadeguata» la risposta data fino a ora dalla Commissione europea. «I diritti fondamentali dei cittadini UE sono ancora in pericolo» e «troppo poco è stato fatto per assicurare la loro piena protezione».

Gli Europarlamentari si dichiarano, inoltre, preoccupati per le «recenti leggi adottate da alcuni Paesi membri che ampliano le possibilità di sorveglianza da parte delle autorità d’intelligence, inclusi Francia, Regno Unito e Olanda».

È stata accolta con favore la sentenza della Corte di giustizia europea che ha invalidato la decisione della Commissione sullo schema Safe Harbour sul trasferimento dei dati negli Stati Uniti. Viene, perciò, chiesto alla stessa Commissione europea di prendere «le misure necessarie per assicurare che tutti i dati personali trasferiti verso gli Stati Uniti siano soggetti a un livello efficace di protezione, sostanzialmente equivalente a quello garantito nell’Unione.

I parlamentari europei invitano, infine, gli Stati membri a concedere protezione a Edward Snowden, candidato al Premio Sakharov 2015, al fine di evitare la sua estradizione o consegna da parte di terzi, riconoscendo il suo «status di informatore e difensore internazionale dei diritti umani».

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