Passaporto europeo per una cittadinanza attiva: regole d’uso per l’esercizio dell’Iniziativa dei cittadini europei (ICE).

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Quest’anno il Comitato Europeo Economico e Sociale (EESC) ha pubblicato il Passaporto Europeo per la Cittadinanza Attiva; un documento con l’intento di spiegare puntualmente quali sono le modalità alle quali il cittadino può ricorrere per far sentire la propria voce alle Istituzioni europee.

Si tratta dell’Iniziativa dei cittadini europei (European Citizens’ Iniziative, ECI) ovvero di uno strumento che, attraverso determinati passaggi, fa giungere l’iniziativa formulata dai cittadini direttamente alla Commissione, affinché essa possa elaborare una proposta da inoltrare al Parlamento europeo per innescare il processo legislativo.
Questa modalità di azione riconosciuta espressamente ed esclusivamente ai cittadini degli Stati Membri è un significativo esempio di democrazia diretta di portata transnazionale. La partecipazione attiva e l’accesso ai documenti delle Istituzioni sono degli importanti traguardi che l’Unione Europea ha raggiunto e cristallizzato in alcuni documenti fondamentali come la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (art.42) o il Trattato sul Funzionamento Europeo (art.15). Con specifico riferimento all’Iniziativa, è il Trattato di Lisbona che in modo del tutto innovativo ha apportato nell’ordinamento europeo questo strumento: i riferimenti normativi sono all’art. 11 del Trattato sull’Unione europea (TUE), all’art. 24 del Trattato sul Funzionamento (TFUE), al regolamento 211/2011 e all’art. 197 bis del regolamento del Parlamento.

Il lavoro compiuto dall’EESC nel documento “Passaporto europeo per una cittadinanza attiva” fornisce tutti gli strumenti di supporto e le informazioni pratiche utili per un’azione che sia davvero determinante e, per esserlo, deve essere formalmente corretta.

Innanzitutto, per essere presa in considerazione dalla Commissione europea, l’iniziativa deve essere sottoscritta, entro un anno dalla registrazione, da almeno un milione di cittadini che rappresentino almeno 7 dei 28 Stati membri. Essa potrà essere attinente ad ogni ambito in cui la Commissione ha il potere di fare proposte legislative (per esempio, in tema di ambiente, di agricoltura, di trasporti, sanità, ecc.).
Presupposto dell’iniziativa è la creazione di un Comitato di cittadini che sia composto da cittadini di almeno 7 dei 28 Stati membri.
I cittadini che intendono supportare l’iniziativa devono farlo rispettando certi canoni previamente stabiliti dal Comitato istituito ad hoc (in forma on line o scritta).
Entro tre mesi da quando la Commissione riceve la proposta fissa un incontro con il Comitato, il quale attraverso i suoi rappresentanti esporrà la sua iniziativa di fronte al Parlamento europeo.
Se la Commissione valuta l’opportunità dell’iniziativa, elabora la proposta indirizzata al Parlamento e prende così avvio la normale procedura legislativa. Essa può tendere ad accelerare l’attività dell’Europa su qualche tema di particolare novità, oppure a bloccare delle attività già poste in essere; ancora, lo scopo può essere quello di migliorare la legislazione vigente oppure di influenzare la politica europea; infine può essere un modo per creare larghe alleanze tra i cittadini nei vari Stati oppure può essere un trampolino di lancio per permettere di emergere nella sfera pubblica.

Nel dettaglio, l’EESC fornisce le indicazioni su dieci passaggi che devono essere rigorosamente rispettati per la validità della proposta.

Per prima cosa, il Comitato deve valutare se questo strumento risulta essere l’unico in grado di raggiungere l’obiettivo prefissato o se invece ci sono vie più facili e meno lunghe. Infatti gli strumenti dati ai cittadini per far sentire le loro posizioni – senza però incidere sul processo legislativo – sono: le rimostranze da rivolgere all’Ombudsman; per la risoluzione di problemi specifici o la richiesta di consigli è riconosciuta la possibilità di rivolgersi al SOLVIT; le doglianze riguardanti i consumatori da rivolgere al Servizio Europeo per i consumatori; la ricerca di un’occupazione o di un percorso formativo da indirizzare all’EURES; le consultazioni per intervenire durante il processo formativo di una legge, su sollecitazione della Commissione; la petizione come diritto contemplato dal TFUE, che prevede la possibilità di porgere l’attenzione su di un tema al fine di orientare le Istituzioni europee.

Optato per l’Iniziativa, gli organizzatori e gli assistenti devono conoscere le implicazioni politiche e legislative della questione nonché il funzionamento del processo che parte dai cittadini per arrivare alla Commissione.

In seguito, i promotori devono fissare degli obiettivi chiari e raggiungibili e, quarto passaggio, la proposta deve essere resa comprensibile in più Paesi e nelle differenti lingue: a questo proposito risulta utile il supporto online fornito dalla Commissione, al fine della raccolta e della registrazione delle firme.

Dopo questi primi passaggi, avviene formalmente la registrazione della proposta. Da questo momento in poi, quando la Commissione l’ha considerato valida, inizia la ricerca delle firme e la maggior divulgazione possibile affinché almeno un milione di cittadini di almeno sette Paesi, ne conoscano i contenuti.
Un team preparato è ciò che serve per superare il maggior numero di ostacoli di ordine burocratico nel minor tempo possibile.
Inoltre, determinante per ottenere il più largo consenso, è una buona comunicazione dei contenuti dell’Iniziativa di fronte alla Commissione e al Parlamento.
Infine, non dev’essere dimenticata la redazione di documenti accessori, come quelli di valutazione, al fine di poter condividere pubblicamente le conclusioni del percorso svolto.

Di fronte a questo articolato e lungo tragitto, risultano determinanti più fattori: una conoscenza il più possibile precisa delle competenze (esclusiva, condivisa e di supporto) dell’Unione europea così da promuovere Iniziative che rientrino nel suo ambito operativo; una collaborazione ed alleanza tra più corpi sociali che permetta, agevolmente, il raggiungimento di una proposta dai contenuti attuali ed innovativi, che abbia un ampio consenso sociale – elementi rilevanti per la sottoscrizione da parte almeno di un milione di cittadini; un team operativo composto da organizzatori (i responsabili del processo che sappiano confrontarsi direttamente con le istituzioni e che operino una buona comunicazione nella sfera pubblica), assistenti (che promuovano la sottoscrizione della proposta da parte dei cittadini, previo controllo della correttezza formale e della avvenuta registrazione dell’Iniziativa) ed osservatori (coloro interessati allo sviluppo dell’Iniziativa e che possono partecipare attivamente con commenti o consigli (ad esempio attraverso i social network).

Oltre a ciò è importante il ruolo di supporto svolto dall’EESC (in termini di traduzione gratuita della proposta nelle varie lingue oppure di organizzazione in Aprile di giornate di informazione sul diritto in questione) ed alcune altre organizzazioni: lECAS, Democrazia Internazionale e Istituto europeo dell’iniziativa e del referendum.

Allo stato attuale, risultano essere state presentate 50 Iniziative dal 2012, alcune bloccate per errori formali prima dell’arrivo di fronte alla Commissione, altre, invece, accolte.

Per saperne di più, clicca qui e qui

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