Istruzione in UE per combattere l’intolleranza

1619

Il 17 marzo i ministri dell’Istruzione dei Paesi membri UE si sono riuniti in un incontro informale organizzato dal ministro francese Najat Vallaud-Belkacem in collaborazione con la Commissione europea e la presidenza lettone del Consiglio dell’Unione Europea.

Proposta il 9 febbraio sulla scia degli attacchi terroristici di Parigi, la riunione aveva l’obiettivo di aprire il dibattito sugli effetti positivi dell’istruzione nel contrastare il radicalismo e sul miglior modo di educare alla cittadinanza per trasmettere i valori comuni di libertà, tolleranza e non-discriminazione.

Tibor Navracsics, commissario europeo per Istruzione, cultura, giovani e sport si è detto persuaso del ruolo positivo che l’educazione gioca nell’unire le diverse comunità europee, e si augura che al Consiglio “Istruzione, gioventù, cultura e sport” del 18 e 19 maggio 2015 i ministri ribadiscano il loro impegno a proteggere il pluralismo e la libertà di pensiero, tra i valori fondamentali dell’Unione Europea.

1 COMMENTO

  1. Impegno lodevole quello del Commissario europeo per istruzione, cultura, giovani e sport Tibor Navracsics. Si spera che i colleghi ministri dei Paesi membri, convocati per il 18 e 19 maggio, rispondano, con una riflessione culturale approfondita e con la disponibilità a intervenire nella configurazione dei curricoli scolastici, per impegnare docenti, studenti, dirigenti, genitori, e in genere gli stakeholder, ad apprendere a pensare e ad agire nel rispetto dei valori indicati. Il pluralismo e la libertà di pensiero citati non sono però gli unici valori con cui dare luce e respiro al lavoro scolastico e motivazioni a costruire personalità mature, interessate a costruire un’Europa consapevole di sé e dei suoi compiti sulla scena mondiale. Sono fondamentali tutti i 6 principi-valori della Carta di Nizza, e cioè dignità, libertà, uguaglianza, solidarietà, cittadinanza, giustizia.
    In sintesi i primi 54 articoli della Carta di Nizza, che ora fanno parte del Trattato di Lisbona, avente rilievo costituzionale per l’UE, e i primi 54 articoli della Costituzione italiana, dovrebbero costituire una sorta di menu ipertestuale (o di “cruscotto”) costantemente presente nell’orizzonte della vita scolastica e nella memoria dei docenti e degli studenti. E’ interessante anche ricordare come si è arrivati a identificare questi valori e convincersi che non si tratta di belle parole del passato, ma di criteri per rendere possibile un futuro civile, capace di resistere sia al fanatismo terroristico e totalitario, sia all’egoismo e all’indifferentismo etico, estetico, culturale, sociale, civico e politico.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here