Consiglio dei ministri degli Esteri: l’impegno dell’UE a sostegno di molte zone del mondo

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Si è svolta il 15 dicembre scorso la sessione n 3361 del Consiglio dei ministri degli Esteri. Molti i temi discussi: in primo luogo la situazione in Siria: i ministri hanno espresso la loro preoccupazione per il progressivo deteriorarsi della situazione umanitaria, ribadendo il loro impegno a sostenere l’inviato speciale delle Nazioni Unite Staffan de Mistura per il ristabilimento della pace e della sicurezza in un’area geo – strategica di straordinaria rilevanza.

Sul tavolo del Consiglio anche la situazione di altre aree del mondo:

  • Iraq: è stata richiamata la necessità di una «strategia regionale globale per Iraq e Siria».
  • Balcani Occidentali: in particolare della situazione in Bosnia Erzegovina, a seguito del recente viaggio del commissario per la Politica di vicinato Johannes Hahn e dell’Alto Rappresentante per la Politica Estera Federica Mogherini. Il Consiglio ha «riaffermato la prospettiva dell’integrazione europea per Sarajevo» e ha invitato Mogherini e Hahn a «proseguire il loro lavoro con i leader dei Paesi dei Balcani occidentali, in vista di impegni formali da assumere nell’ambito del processo di adesione».
  • Ucraina: il Consiglio ha confermato l’adozione di ulteriori misure restrittive, proposta dall’Alto Rappresentante per la Politica Estera, in conseguenza dell’annessione della Crimea.
  • Contrasto al virus Ebola: è stata esaminata la Relazione di Christos Stylianides, coordinatore della task force europea: l’UE e gli Stati membri risultano ad oggi essere il primo finanziatore degli sforzi nel contrasto all’epidemia, con un ammontare di oltre un miliardo di euro.

Particolarmente approfondita è stata, infine, la trattazione della situazione della Repubblica Centro Africana a cui i ministri hanno confermato il sostegno dell’UE che resta il principale partner di Bangui sia in termini di relazioni economiche sia in termini di aiuto umanitario.

In Repubblica Centro Africana le difficoltà sono molteplici a partire dalla carenza di cibo, delle risorse idriche e della quasi totale assenza dell’assistenza sanitaria; tutto il contesto già difficile è aggravato da una forte instabilità politica e da lotte intestine.

La decisione del Consiglio conferma per l’UE un ruolo di primo piano per il perseguimento di obiettivi quali la stabilità politica, la ripresa economica e la risoluzione dell’emergenza umanitaria mediante l’impegno nel progetto di contribuzione alla stabilità e alla pace (IcSP). Oltre all’erogazione di ingenti somme di denaro (360 milioni di euro), l’UE partecipa alle missioni di peacekeeping EUFOR RCA (Missione UE su mandato delle Nazioni Unite) e MINUSCA (Missione ONU), perseguendo, tra gli altri, l’obiettivo di salvaguardare l’integrità territoriale dello Stato, precondizione per il riconoscimento da parte della Comunità Internazionale.

L’impegno UE è, inoltre rivolto alla ricostruzione di un clima di pace, tolleranza e legalità con interventi specifici di rafforzamento delle competenze del personale che opera nelle Forze dell’ordine e nel sistema giudiziario.

La situazione emergenziale di instabilità della Repubblica Centro Africana comporta conseguenze anche ai Paesi confinanti come Chad, Camerun e Repubblica del Congo a cui l’UE estende i propri interventi, n particolare per quanto riguarda l’aiuto umanitario a sfollati e profughi.

L’aiuto umanitario ammonta a 128 milioni di euro (nel 2012, la cifra ammontava a 20 milioni) destinati a misure che estendano il più possibile l’accesso ad acqua, cibo e cure sanitarie.

Va segnalato, infine che i ministri degli Esteri hanno discusso anche dell’iniziativa South Mediterranean Investiment con una esplicita richiesta di «maggiore coordinamento» nei programmi di investimento, dialogo politico, e cooperazione regionale, della situazione del Sud – Sudan (l’UE esprime al tempo stesso preoccupazione per quanto sta accadendo e pieno sostegno alla missione ONU UNMISS); dell’impegno UE nell’ambito dell’Organizzazione contro la proliferazione delle armi chimiche, OPCW – Organisation for the Prohibition of Chemical Weapons (esteso fino al 30 settembre 2015) e hanno deciso lo stanziamento di tre milioni e mezzo di euro a favore dei Paesi del Sahel, da destinare a misure di contrasto alla diffusione di armi leggere e di piccolo calibro.

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