25 anni fa: un’occasione per l’Europa

1005

Quel novembre 1989 l’Unione Europea di oggi era di là da venire. Non solo perché si chiamava ancora Comunità europea e avrebbe cambiato nome tre anni dopo, ribattezzata così dal Trattato di Maastricht, quello che avrebbe anche dato vita alla moneta unica e a tutte le sue conseguenze, buone e meno buone.
Nel 1989 la Comunità europea si avviava tranquilla verso il suo quarto allargamento, che si sarebbe realizzato nel 1995, portando a 15 i suoi Stati membri.
Ma il 9 novembre del 1989 non solo venne abbattuto il Muro di Berlino, ma più ancora la Storia fece irruzione sul continente europeo, contribuendo ad una svolta per il mondo intero. In rapida successione si realizzarono – non senza diffusi timori e ingenui entusiasmi – l’unificazione della Germania e la dissoluzione dell’Unione Sovietica. Cambiava radicalmente lo scenario europeo, venivano meno alleanze e tensioni militari al punto che sembrò a molti fosse giunto il momento di incassare e investire i “dividendi della pace”.
Oggi, a 25 anni da quel giorno, il bilancio non sembra così positivo per il continente europeo.
Da questa parte dell’ex – cortina di ferro prendeva avvio un processo di riunificazione che avrebbe sì portato all’UE di oggi con i suoi 28 Paesi e mezzo miliardo di abitanti, ma al prezzo di una caduta della coesione politica ed economica e della solidarietà tra i partner, non solo tra ovest ed est, ma anche tra nord e sud dell’UE.
Non molto meglio sembra essere andata con la Russia e i suoi vicini, come dimostrano nostalgie di oggi in Ucraina e i sogni di Putin per il ritorno di una Russia imperiale.
Certo la crisi del 2009 non ha aiutato, ma avevamo avuto vent’anni di tempo per ripensare il progetto europeo, irrobustire le Istituzioni comunitarie, accompagnare il balzo in avanti dell’euro con una politica economica comune e fiscalità almeno convergenti. Invece abbiamo continuato ad andare avanti ognuno per conto nostro, sempre più spesso gli uni contro gli altri e oggi sono molti i cittadini europei a chiedersi se è di una simile Europa che abbiamo bisogno.
Il 9 novembre 1989 all’Europa venne offerta una grande occasione: quella di reinventare il suo progetto di pace e di cooperazione puntando con decisione verso un’Unione politica, dopo aver realizzato un mercato e una moneta unica.
Non fummo all’altezza della Storia: la Germania perché alle prese con la sua faticosa unificazione, la Francia gelosa della sua sovranità, la Gran Bretagna ostile all’unificazione politica e l’Italia come al solito in tutt’altre faccende affaccendata.
Certo non furono di aiuto le gravi crisi internazionali innescate dalla lotta al terrorismo dopo l’attacco alle Torri gemelle nel 2001 e non fece bene all’Unione Europea il fallimento del processo costituzionale affondato dai referendum francese e olandese nel 2005.
Il resto è storia di questi giorni. L’ultimo decennio ha visto l’UE avvitarsi in una crisi finanziaria ed
economica senza precedenti con conseguenze sociali pesanti e prospettive politiche incerte tanto per l’UE che per i suoi Stati membri.
Quell’ormai lontano 1989 sembrerebbe oggi aver riunificato la Germania ma diviso l’Unione Europea: non solo i suoi Paesi, ma i suoi popoli e i suoi cittadini, molti dei quali guardano con poca simpatia al processo di integrazione europea, quando non vi si dimostrano ostili, magari prendendo l’euro come capro espiatorio.
Ma gli anniversari possono aiutare almeno a riflettere.
25 anni fa l’Europa perse un’occasione ma oggi sopravvive ed ha risorse largamente sufficienti per riprendere il volo.
100 anni fa l’Europa viveva una stagione felice, quella della prima mondializzazione che la vedeva protagonista, la stagione della “belle époque”. Che divenne una delle più atroci epoche europee, quella della Grande Guerra ’14 – ’18: fu il suicidio dell’Europa e l’inizio del declino dell’Occidente.
Sembrava che una follia così non si potesse ripetere mai più e invece bastarono vent’anni per ricominciare. Dalla fine della tragedia della Seconda Guerra mondiale, 70 anni sono trascorsi e molti passi avanti sono stati fatti, ma l’unificazione dell’Europa è ancora lontana e la pace è sempre in pericolo.
Meglio non perdere altro tempo.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here