Previsioni di autunno 2014: ripresa lenta e fragile

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Sono state rese note a inizio novembre le previsioni economiche d’autunno elaborate dalla Commissione europea.

Si preannuncia una crescita debole sia nella zona euro sia nell’intera unione: per il 2014 la crescita del PIL dovrebbe raggiungere rispettivamente lo 0,8% e l’1,3%, salendo poi lentamente nel 2015 per arrivare all’15% nell’UE e all’1,1% nella zona euro, per effetto dell’andamento positivo sia della domanda interna sia di quella estera.

Per il 2016 si prevede una crescita che accelererà fino all’1,7% nell’UE e al 2% nella zona euro, determinata dal rafforzamento del settore finanziario.

Secondo il neo commissario europeo Jyrki Katainen, Vicepresidente della Commissione europea per la crescita, gli investimenti e la competitività i miglioramenti non sono sufficientemente rapidi e dal momento che «l’accelerazione degli investimenti è il perno della ripresa economica», Katainen ha annunciato l’impegno della Commissione Europea che «proporrà un piano di investimenti di 300 miliardi di euro».

Pierre Moscovici, Commissario per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, ha invece ribadito la necessità di «agire su tre fronti» in presenza di sfide la cui soluzione non è «né semplice né univoca».

Moscovici ha dunque richiamato la necessità di «politiche di bilancio credibili, riforme strutturali ambiziose ed investimenti sia pubblici che privati» e di un assunzione di responsabilità da parte di tutti per generare crescita e dare impulso all’occupazione.

Dal documento pubblicato dall’esecutivo appena insediato si apprende che la ripresa economica iniziata nel secondo trimestre del 2013 rimane fragile e il dinamismo economico in numerosi Stati membri è ancora debole.

Rischi geopolitici crescenti e prospettive economiche mondiali non favorevoli, abbassano i livelli di fiducia rispetto alla rilevazione della scorsa primavera ma la crescita continuerà ad andare lentamente perché restano elevati sia la disoccupazione sia il debito e non vi è un pieno utilizzo delle capacità.

Nel 2014 la forchetta dei tassi di crescita degli Stati membri dovrebbe rimanere ampia, da -2,8% (Cipro) a + 4,6% (Irlanda), ma le differenze in termini di crescita dovrebbero diminuire nei prossimi due anni. Nel 2015 e 2016, quando anche l’impatto ritardato delle riforme già attuate dovrebbe farsi sentire maggiormente, tutti i paesi dell’UE dovrebbero registrare una crescita positiva.

Il documento di previsione sottolinea più volte la fragilità della ripresa, sia in rapporto all’andamento di altre economie mondiali, sia rispetto ad altri periodi post-crisi).

Tra i fattori positivi per la lenta crescita che l’UE ha di fronte vengono menzionati: la domanda interna (che beneficia della politica monetaria, della riduzione degli oneri del debito privato e dell’orientamento di bilancio); gli investimenti privati (per cui è previsto un miglioramento), i consumi privati (che aumenteranno leggermente nel 2015 – 16 grazie a una molteplicità di fattori – consumi, redditi disponibili e miglioramento del mercato del lavoro), il consumo pubblico (il cui impatto dovrebbe essere marginale) e le esportazioni nette (anch’esse incideranno marginalmente in un quadro di moderata espansione del commercio mondiale).

Per quanto riguarda il mercato del lavoro le previsioni rilevano la leggera diminuzione dei tassi di disoccupazione nel 2014 ma non ipotizzano miglioramenti significativi prima della fine del biennio 2015 – 16. Nel secondo dei due anni oggetto di previsione, il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere al 9,5% nell’UE e al 10,8% nella zona euro.

L’inflazione dovrebbe essere molto bassa nel 2014 e riprendere negli anni successivi in conseguenza da un lato della ripresa e dall’altro del deprezzamento dell’euro.

Nell’UE, secondo le proiezioni, l’inflazione dovrebbe attestarsi allo 0,6% nel 2014, all’1,0% nel 2015 e all’1,6% nel 2016. Nella zona euro, l’inflazione IAPC (Indice armonizzato dei prezzi al consumo) è prevista allo 0,5% quest’anno e allo 0,8% nel 2015, prima di salire all’1,5% nel 2016.

La riduzione dei disavanzi pubblici continuerà. I rapporti disavanzo/PIL sia nell’UE che nella zona euro dovrebbero diminuire ulteriormente nel 2014, seppure più lentamente che nel 2013, fino a scendere rispettivamente al 3,0% e al 2,6%. I disavanzi pubblici dovrebbero continuare a diminuire nel corso dei prossimi due anni, sull’onda di un rafforzamento dell’attività economica. L’orientamento della politica di bilancio dovrebbe essere pressoché neutro nel 2014 e nel 2015. I rapporti debito/PIL dell’UE e della zona euro dovrebbero registrare il prossimo anno un picco rispettivamente dell’88,3% e del 94,8% (secondo la definizione del Sistema di conti europeo 2010).

I rischi al ribasso per le prospettive di crescita continuano a dominare a causa delle tensioni geopolitiche, della fragilità dei mercati finanziari e del rischio di incompleta attuazione delle riforme strutturali. I rischi riguardanti le previsioni in materia di inflazione nel complesso si compensano.

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