Richieste record di accesso ai documenti della Commissione

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Dall’ultima relazione annuale sull’accesso ai documenti comunitari pubblicata lo scorso 8 ottobre dalla Commissione europea è emerso che nel 2013 è aumentato il numero delle persone interessate ad accedere ai documenti del Parlamento, Consiglio e Commissione europeo. Si evidenzia un + 8.5% rispetto al 2012; la crescita di richieste è esponenziale se si pensa che nel 2011 le richieste pervenute erano appena 450 mentre nel 2013 il numero è arrivato a 6525. La Commissione gestisce il doppio delle richieste rispetto al Consiglio e al Parlamento europeo messe insieme concedendo l’accesso ai documenti in 4 casi su 5.

Il vicepresidente della Commissione Maroš Šefčovič ha dichiarato: “In qualità di commissario per l’Amministrazione e le relazioni interistituzionali, mi sta particolarmente a cuore la promozione della trasparenza, ambito in cui l’accesso ai documenti riveste un’importanza fondamentale. Sono lieto di constatare che i cittadini si avvalgono sempre più spesso di questo importante strumento.”

Nel 2013 così come nel 2012, il Segretariato generale e la Direzione Generale Salute e consumatori sono state le sezioni che hanno ricevuto il numero più alto di richieste (nello specifico il 13,88% e l’8,26% delle richieste totali). Lo Stato che ha effettuato più richieste è stato il Belgio, passato dal 21,85% al 24,23% delle richieste totali, mentre la Germania si piazza al secondo posto (12,96%). L’Italia ha registrato una sensibile diminuzione: è passata dal 12,37% del 2011 al 5,9% del 2013.

Tuttavia la Commissione può rifiutare l’accesso a un documento. I rifiuti, definiti tra l’altro nel regolamento CE n. 1049/2001, riguardano la tutela degli obiettivi delle attività ispettive, di indagine e di revisione contabile. Tali rifiuti riguardano solitamente sempre un interesse privato specifico piuttosto che un interesse pubblico generale. I documenti, la cui visione è vietata, sono inerenti dati che sì riguardano la persona che ne fa richiesta ma che possono in qualche modo danneggiare gli interessi legittimi di un’altra persona fisica o giuridica come: i denuncianti nei procedimenti di infrazione, i concorrenti o le presunte vittime di comportamenti anticoncorrenziali.

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