Erasmus migliora le prospettive professionali dei partecipanti

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Secondo uno studio pubblicato dalla Commissione Europea, la partecipazione al programma Erasmus migliora le prospettive occupazionali: i laureati che hanno svolto una parte del percorso formativo in un altro Paese acquisiscono, infatti, non soltanto competenze linguistiche migliori, ma anche maggiori competenze trasversali molto apprezzate sul mercato del lavoro.

Dallo studio emerge che per questo gruppo di popolazione il tasso di disoccupazione di lunga durata risulta dimezzato rispetto a coloro che non hanno maturato questo bagaglio di esperienze.

Il nuovo studio mostra che il 92% dei datori di lavoro ricerca nei candidati i tratti della personalità che sono potenziati dal programma, quali la tolleranza, la fiducia in se stessi, le abilità di problem solving, la curiosità, la consapevolezza dei propri punti di forza e di debolezza, e la risolutezza. I test effettuati prima e dopo il periodo all’estero rivelano che gli studenti Erasmus mostrano valori più alti in questi tratti della personalità anche prima che lo scambio abbia inizio; al loro ritorno la differenza per questi valori aumenta in media del 42% rispetto agli altri studenti.

Particolarmente interessanti anche i dati relativi a coloro che con Erasmus svolgono un tirocinio all’estero (a più di un tirocinante Erasmus su tre viene offerto un posto nell’azienda dove si è svolto il tirocinio), quelli sulla loro attitudine imprenditoriale (uno su dieci avvia una propria azienda e più di tre su quattro prevedono, o non escludono, di farlo) e quello sugli avanzamenti di carriera che dovrebbero essere più veloci dal momento che il 64% dei datori di lavoro attribuisce maggiori responsabilità al personale con esperienza internazionale.

Dallo Studio emerge anche che Erasmus ha un forte impatto nell’ampliare gli orizzonti degli studenti e la loro rete di relazioni. Il 40% cambia il Paese di residenza o di lavoro almeno una volta dopo la laurea, quasi il doppio di coloro che non hanno fatto un’esperienza di mobilità durante gli studi. Il 93% degli studenti con esperienza internazionale può concepire di vivere all’estero nel futuro, per chi è rimasto nello stesso paese durante gli studi questa percentuale scende al 73%.

La commissaria per l’Istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù ha definito “molto significativi” i risultati dello Studio e “chiaro” il messaggio che si può ricavare dai dati sottolineando poi il confermato impegno UE su questo versante: “Il nuovo programma Erasmus+ offrirà sovvenzioni UE a quattro milioni di persone tra il 2014 e il 2020, dando loro la possibilità di sperimentare la vita in un altro Paese mediante studi, formazione, insegnamento o volontariato”.

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